Monterosso al Mare è al centro di un piccolo golfo naturale, protetto da una modesta scogliera artificiale, a levante di Punta Mesco nella Riviera spezzina. Costituisce la parte più occidentale delle Cinque Terre.
A ovest del borgo originario, al di là del colle dei Cappuccini, si trova l’abitato di Fegina, naturale espansione relativamente moderna e caratterizzata da un impianto turistico-balneare rispetto al borgo antico che è raggiungibile tramite un tunnel di poche decine di metri. A Fegina è ubicata la locale stazione ferroviaria e si trovano spiagge relativamente più estese rispetto alle anguste scogliere che caratterizzano gli altri borghi delle Cinque Terre.
Il paese di Monterosso fa parte del Parco nazionale delle Cinque Terre ed il mare antistante la sua costa rientra nell’Area marina protetta Cinque Terre. Il comune è, inoltre, parte del sito UNESCO Porto Venere, Cinque Terre e Isole (Palmaria, Tino e Tinetto).
Secondo alcune fonti storiche un primo insediamento umano – denominato Albareto[6] – sorse nelle immediate alture dell’attuale territorio comunale di Monterosso. Il villaggio, nel quale sono state rinvenute alcune sepolture dei Liguri preromani[7], fu poi distrutto nel 643[7] dai Longobardi di re Rotari.
Al IX secolo è datato il borgo medievale di Monterosso, sorto alla foce del torrente Buranco che probabilmente fu il limite estremo dei possedimenti Obertenghi nella zona del Mesco.
Dopo la battaglia dell’anno 1016 il pericolo costituito dalle aggressioni saracene andò molto riducendosi: cominciò così a verificarsi una migrazione di popolazioni dai colli verso il mare e la fondazione dei primi villaggi lungo la costa.
Il paese viene citato per la prima volta in un documento datato al 1056[6] nel quale Guido degli Obertenghi, figlio di Adalberto II, effettuò alcune donazioni in loco Monte Russo[7]. Nell’XI secolo, con la decadenza della Marca obertenga, il possesso del feudo passò ai conti Fieschi e – dal XII secolo – ai locali signori di Lagneto, antagonisti sia degli stessi conti fliscani che dei Malaspina.
Il XIII secolo vide il territorio di Monterosso, così come l’intera zona delle Cinque Terre, diventare terra contesa tra la Repubblica di Genova e quella di Pisa per il suo controllo politico e per quello dei traffici commerciali di questo importante tratto del levante ligure. Entrato ben presto nell’orbita politica di Genova, il borgo levantino fu occupato dai Pisani nel 1241 e solamente nel 1254[6] tornò ai Genovesi.
Memoria del passato e delle continue lotte sono testimoni il castello, con la sua allungata cinta muraria che comprende tre torri cilindriche, la torre Aurora a picco sul mare e la torre medievale nel centro abitato davanti alla parrocchiale di San Giovanni Battista.
Consolidati i rapporti e le alleanze con Genova, Monterosso fu eletta al titolo di podesteria nell’ambito del Capitaneato di Levanto. Con il dominio genovese il territorio conobbe un notevole sviluppo agricolo – con l’intensificazione della coltivazione del grano nella prima campagna e la coltivazione della vigna lungo i caratteristici terrazzamenti (le cosiddette “fasce”) in prossimità della costa – e dell’attività marinara; a tal proposito già nel XVII secolo[6] è menzionata una tonnara nelle acque antistanti Punta Mesco